venerdì 1 aprile 2011

PROGRAMMA

PROGRAMMA: Guitar’s Meeting Space
L’edificio che vorrei realizzare è pensato, a grandi linee, come l’unione di due fasce che si incontreranno in un punto finale.
Conoscendo personalmente il mondo della chitarra, ho constatato che ad ogni genere musicale corrisponde un tipo differente di questo strumento.
Ho deciso di concentrare la mia attenzione sui due mondi, corrispondenti alle due componenti principali che andranno a costituire il mio edificio, che ho incontrato in maniera più approfondita: quello della chitarra classica e quello della chitarra elettrica. 
La diversità tra questi due strumenti è ovviamente formale (la chitarra classica ad esempio è molto tonda e con manico largo, quella elettrica, invece, essendo la diffusione del suono coadiuvata dall’utilizzo di amplificatori, ha cassa più sottile e manico stretto) ma è soprattutto relativa all’ambito culturale in cui questi due strumenti sono nati, alle emozioni, alla storia dei generi musicali, agli artisti che attraverso questi hanno permesso a noi di apprezzare o disprezzare i vari sounds.
Nonostante le innumerevoli differenze, l’insieme primario in cui tutte le sfaccettature suddette convergono, rimane quello della “chitarra”.
Questa idea di unione, di meeting, si rispecchierà a livello architettonico e strutturale nel mio progetto nel punto in cui le due fasce si incroceranno.
Nell’area presa in esame, non molto distante dall’area 6, si situa un’importante accademia musicale (ex università), mirata a formare profili professionali che possano essere inseriti nel mondo della musica in tutte le sue sfaccettature.
La scuola può a buon titolo vantare nel suo organico docenti estremamente qualificati e competenti.
A livello strutturale, l’edificio ospita un buon numero di aule in cui si svolge la didattica e, al contempo, piccoli concerti interni ed incontri con chi ha già avuto la fortuna di arrivare al top.
Ho individuato in questa multifunzionalità di piccoli spazi una forte carenza della struttura ed un limite posto alle potenzialità della scuola, che ospita studenti provenienti da tutta Italia.
Credo sia stato determinante riscontrare queste problematiche che ritengo siano risolvibili applicando la Mixitè Functional al mio progetto con l’ inserimento, nel mio centro specializzato per chitarra, di  qualcosa di utile vista l’importanza dell’accademia e la sua appartenenza all’area di mia competenza.
Tra queste, un’aula per le conferenze e i concerti (auditorium), degli alloggi per i fuorisede o per le bands e i solisti che saranno invitati a fare concerti, dei negozi specializzati (il più vicino all’area è “Cherubini” sulla Tiburtina) nella riparazione e nella vendita non solo di parti sostitutive degli strumenti, ma anche di materiale didattico, album prodotti dai docenti dell’istituto e una zona espositiva che aumenti anche la visibilità dell’accademia ma ovviamente non ad essa riservata.
Vorrei inoltre fornire i negozi di uno spazio dedicato al private listening della musica, di un altro destinato ad un feedback immediato dell’utente (in quest’ambito spesso molto apprezzato) in quanto dedicato alla sperimentazione personale di strumentazione anche, possibilmente, d’avanguardia.  Infine delle promenades de musique dove i musicisti, immersi nel verde, possano socializzare, discutere, inventare e ascoltare musica.
Inoltre ogni “fascia” della mia struttura parlerà al suo interno dei tipi di musica che ognuna delle due chitarre consente di eseguire.
Il nodo d’incontro, luogo comune ai due mondi, sarà la sala concerti.
Tra i punti forti dell’area in esame sicuramente la vicinanza della fermata Metro A Colli Albani, mediante cui si accede su Via dell’ Appia Nuova (strada ad alto scorrimento) , parallela ad una strada minore ma decisamente suggestiva per le leggende ad essa legate: Via dei Cessati Spiriti.
Tutto intorno alti palazzi (7/8 piani) sovrastanti a svariati servizi.
Il progetto permetterà al quartiere di divenire un polmone verde di discrete dimensioni. Allineato alla quota dell’Appia, così da sfruttare al meglio anche l’enorme dislivello presente in Via dei Cessati Spiriti, sarà dunque una mensola che ospiterà sopra un ampio giardino sagomato e sotto l’edificio.
Verrà a crearsi così un parco, percorribile a piedi e/o in bici, volto a riqualificare il malmesso verde attuale e in netta contrapposizione con gli alti edifici circostanti.
Il progetto si legherà all’università della musica sia da un punto di vista ideologico, in quanto la nuova struttura aiuta e migliora la vecchia, ma anche da un punto di vista “fisico”. L’idea infatti è quella di creare un corridoio d’alberi che le colleghi sfruttando un tipo già presente nella zona, detto volgarmente “albero di giuda”,  incrementandone semplicemente il numero lungo i due lati del breve tratto di strada tra la scuola e il progetto. Tale specie d’albero, della famiglia delle Leguminose, è caratterizzata da una fitta chioma di un intenso rosa che si contrappone al tronco scuro, che facilmente sottolineerebbe il percorso in questione.

COMPAGNO DI STRADA

                                        COMPAGNO DI STRADA

Il mio compagno di strada per questo laboratorio sarà il Grin Grin Park di Toyo Ito.
Descrizione:
Il Grin Grin è un progetto sperimentale realizzato da Toyo Ito ad Island city,un'isola artificiale localizzata nella baia di Hakata, al nord di Fukuoka,Kyushu, al confine sud-occidentale del Giappone.La città di Fukuoka si trova in una posizione privilegiata nel sud-est asiatico, per la sua vicinanza a grandi centri urbani come Busan in Corea,Shanghai in Cina. Inoltre è connessa a Taiwan,Filippine, Vietnam e Singapore.
L’isola artificiale di Island city si estende per 400 ettari di terreno. E' stata fatta per rinforzare il porto, creare un nuovo apparato industriale, migliorare il sistema del traffico a est di Fukuoka e per creare uno spazio urbano moderno con ambienti residenziali.
Il Grin Grin si trova al centro dell’isola artificiale ed è l’impianto centrale e anche il primo edificio realizzato su di essa. Il parco  circonda uno stagno,con forma a fagiolo, e bene si ingloba all’ ambiente circostante. Curiosa è l’ ubicazione del parco, che non affaccia verso il mare ma nell’ entroterra, una decisione questa forse influenzata dai freddi venti che colpiscono Fukuoka d’inverno.
La costruzione ospita fondamentalmente delle serre sostenibili  per piante esotiche,ma è anche molto di più. Toyo Ito incarna benissimo il concetto di mixitè:il parco infatti riserva molte attività per i visitatori.

Il Grin Grin non è un oggetto autonomo ma un ambiente completamente nuovo che si fonde con le variazioni topografiche del paesaggio circostante che è ondulato.
Viene così a crearsi un paesaggio collinare,dove si incontrano persone ,luce ed aria.
L’edifico è composto da 3 aree infilate come perle irregolari in un filo: 3 “conchiglie" ognuna delle quali è coperta da tetto giardino. Le coperture sono forate da elementi curvilinei,coperti a loro volta da vetri,che consentono alla luce di entrare e illuminare le diverse specialità floreali. I lucernai sono controllati automaticamente in base alla temperatura ambientale,permettendo la ventilazione nelle giornate calde oppure la chiusura in caso di pioggia o freddo.
Il Grin Grin park è un piccolo progetto a scala di quartiere,dove l’architetto esplica i suoi principi:
“La tecnica di disegno che permette questa struttura è unica, chiamata METODO DI ANALISI DELLA FORMA”. In primo luogo viene scelto un modulo , che poi viene deformato in maniera complessiva,cioè in pianta e sezione contemporaneamente.”
La struttura, pensata come una mensola, è fondamentalmente un guscio di 40 cm di cemento armato.( Il disegno a “mensola” offre anche protezione dal caldo estivo.)
L’interno del complesso è di circa 5.000 m2 ed è diviso in tre spazi quasi uguali, ognuno dei quali contiene fiori e piante prestigiose. La parte settentrionale è uno spazio libero con la più grande aria verde mentre la sezione centrale è principalmente usata per le esposizioni di piante subtropicali. La zona meridionale invece è una sorta di laboratorio per i visitatori. Uno degli aspetti più importanti che riveste l’edificio è un ruolo sociale ed educativo. La mostra di diverse specie di piante e la presenza di laboratori danno l’opportunità ai visitatori di ampliare le proprie conoscenze.
I tre ambienti sono collegati esternamente dal grande tetto verde che abbraccia le varie conchiglie e attraversa tutta l’isola. Un altro elemento di legame sono le  varie passerelle che forano, attraversano, circondano e cuciono le parti permettendo passeggiate suggestive ed interessanti all’interno del  “ PARCO-EDIFICIO”. 
La varietà di luoghi interni dalle diverse forme consente una moltitudine di esperienze, dove le persone possono decidere liberamente cosa fare.
I vari servizi hanno un ruolo scultoreo e anche funzionale, come i giochi per bambini, i servizi igienici e le sedute.
Le serre sono l’elemento che richiama più l’attenzione.
Ito ricerca in questo progetto L’INTEGRAZIONE, LA FUSIONE TRA  ARCHITETTURA E PAESAGGIO e viceversa.






















AREA DEFINITIVA.....LA 6!!!!! DELLA MACRO AREA A

foto della mia area